La scorsa settima ISTAT ha pubblicato il Report 2024 sullo stato della digitalizzazione delle imprese italiane
Digitalizzazione delle imprese italiane
Il primo elemento esaminato riguarda il livello di digitalizzazione delle imprese italiane misurato in base a 12 indicatori e su diversi settori merceologici.
Il dato che emerge sopra a tutti gli altri è il divario tra le PMI e le grandi aziende: la media di adozione delle 12 tecnologie indicate di ferma al 38.9% tra le imprese che hanno tra 10 e 49 addetti, mentre sale al 71% per le imprese con oltre 250 addetti. Andando ad analizzare i singoli indicatori, il divario più marcato si ha sulla presenza di specialisti ICT in azienda al 7.9% nelle aziende più piccole contro il 74.5% delle aziende più grandi. Netta la differenza anche sulla formazione ICT, attuata nel 14.2% delle piccole aziende rispetto al 67% delle aziende maggiori.
Interessanti anche i divari tra i vari settori merceologici: i livelli più alti di digitalizzazione si hanno nelle imprese che operano nel settore delle telecomunicazioni e nei servizi di digitalizzazione, editoria e comunicazione, seguiti dai Tour Operator e agenzie viaggi e dai produttori di informatica, elettronica, ottica e strumentazione, mentre i livelli più bassi si registrano nel settore della ristorazione e nell’edilizia.

Osservando le imprese per tipologia di investimenti digitali già effettuati o programmati per il biennio futuro emerge che la maggioranza delle imprese con almeno 10 addetti ha già investito da 1 a 4 ambiti digitali nel periodo 2021-2024 (52,6%) e circa il 38% intende farlo nel biennio 2025-2026. Tra le grandi imprese il 51.9% ha investito tra 4 e 7 ambiti digitali in passato e il 50.3% intende investire anche oltre nei prossimi due anni
Tra le future aree di investimento digitale, la maggiore percentuale dichiarata è sulla sicurezza informatica (da 47.2% a 53.8%) e la formazione dei dipendenti (da 25.9% a 44.3%). In termini di aumento degli investimenti, le tecnologie di AI passano dal 4.7% passato al 19.5% per i prossimi due anni e le tecnologie AR e VR dal 2.4% al 7.1%.
Da notare anche che il 33.5% delle imprese italiane non prevede alcun investimento nei prossimi due anni.

Sicurezza digitale
Il 75,9% (74,4% nel 2022) delle imprese italiane con almeno 10 addetti utilizza almeno tre misure di sicurezza informatica, in linea con la media europea (76,5%). Anche in questa analisi notiamo come ci sia una correlazione positiva tra il numero di addetti e il numero di misure di sicurezza adottate: l’85% delle imprese con oltre 250 dipendenti, infatti, adotta almeno 7 diverse misure di sicurezza ICT, percentuale che si ferma al 27.5% delle PMI con meno di 50 addetti.
Le misure di sicurezza più diffuse tra tutte le aziende sono l’utilizzo di password complesse (86.6%) e il backup regolare dei dati in una posizione separata dagli originali (79.5%). Più basse le quote di imprese che adottano misure di sicurezza avanzate, necessarie, ad esempio, all’analisi degli incidenti di sicurezza come la conservazione dei file di registro (44,7%, 44,6% nel 2022) o preventive come le pratiche di valutazione del rischio (36,9%, era 35,3%) e l’esecuzione periodica di test di sicurezza dei sistemi (31,8%). Infine meno di un quarto delle aziende italiane utilizza sistemi di crittografia per proteggere i documenti e i dati

E-commerce
Il 20,4% (19,1% nel 2023) delle imprese con almeno 10 addetti ha effettuato vendite online, contro una media UE del 23.8%, fatturando il 16,9% (17,7% nel 2023) del fatturato totale.
I dati sulle vendite on-line tengono conto sia delle vendite via Web, che di quelle tramite piattaforme EDI.
Il numero di imprese con 10-49 addetti che ha effettuato vendite on line si attesta al 19.1%, mentre arriva al 49% nelle aziende con +250 addetti, evidenziando un divario legato alle dimensioni aziendali anche nell’ambito di questa analisi.
Le aziende più attive nel commercio on-line sono, come facilmente prevedibile, quelle del settore alberghiero e dell’editoria, seguite dalle agenzie viaggi e tour operator e, a distanza, dalle aziende delle telecomunicazioni, industrie alimentari e distribuzione all’ingrosso e al dettaglio.
Delle aziende che vendono on line, la quasi totalità vende nel mercato italiano, mentre sono circa il 50% che vendono al mercato europeo e il 32.5% a mercati fuori dall’area dell’Unione. Il settore del turismo e quello immobiliare sono quelli più attivi nei mercati esteri per quanto riguarda le vendite on-line, seguiti a breve distanza dalle aziende del settore tessile e abbigliamento e dalle aziende di fabbricazione di mezzi di trasporto.
Tra le imprese italiane con almeno 10 addetti che vendono via web, il 78,8% utilizza canali e siti web propri o del gruppo di appartenenza mentre il 60,4% (45,3% in Ue27) si affida a piattaforme online.
Il 14.5% delle imprese intervistate ha dichiarato di avere investito nell’ambito delle vendite on-line negli ultimi due anni e il 21.5% ha dichiarato di programmare investimenti futuri nei prossimi due anni

Utilizzo AI
Secondo le rilevazioni ISTAT, cresce dal 5,0% all’8,2% la quota di imprese con almeno 10 addetti che utilizza almeno una tecnologia di intelligenza artificiale, pur mostrando ritardi rispetto al 13,5% dell’area Ue27.
Questa percentuale varia a seconda delle dimensioni aziendali: parte dal 6.9% per le imprese con 10-49 addetti ed arriva al 32.5% nelle imprese con più di 250 addetti.
Andando a guardare i settori merceologici, le aziende che maggiormente adottano tecnologie di Intelligenza Artificiale sono quelle del settore informatico, telecomunicazioni e le imprese di produzione audio e video
L’analisi dei testi (text mining), l’AI generativa ed il riconoscimento vocale sono le tecnologie più largamente impiegate dalle aziende italiane, questo anche perché i comparti aziendali che sono più avanti nell’adozione dell’AI sono Marketing e Vendite, anche se si nota una crescita anche nell’organizzazione dei processi di amministrazione aziendale e nei processi di produzione e R&S.
